venerdì 28 settembre 2012

Per filo e per segno


L. Mattia e V. Facchini, Per filo e per segno, Donzelli editore, 2012


Questo il titolo di un albo illustrato la cui storia mi ha colpita. Racconta di una bambina che ama ascoltare storie e non le vuole dimenticare. Così decide di intrecciare una rete con dei fili recuperati da una sarta, per pescare le storie e poterle trattenere.
Ma non basta, le storie sono tante!
Allora con un panno e inchiostro di seppia, decide di trascriverle tutte. Ne fa un libro che si arricchisce di racconti ogni giorno sempre di più.

Narravano i vecchi a cui la memoria ogni tanto mancava.
Narravano i giovani che vivevano quel che c'era da vivere con la voglia di non dimenticarsene.
Narravano i bambini, giocando a <<facciamo che io ero...>>.

E crescevano le storie, salivano dal cuore, dalla mente, dalle ore.

[…]

c'erano, nella sua rete, storie guizzanti e fitte come un branco di acciughe,
storie feroci come gli squali dell'oceano mare, storie nascoste come i granchi di scoglio,
storie splendenti come perle d'abisso, storie brillanti come coralli di roccia.

[…]

La seguirono tutti, bambini e bambine, sbirciando quel libro che Silva aveva tra le mani
e -prometteva lei- avrebbe narrato il bello e il brutto, l'allegro e il triste, il dolce e il salato.

Al Capitano del Popolo dalle sembianze hitleriane la cosa, però, non piaceva e ordinò di tagliuzzare pagine, fili e pensieri.






<<Non mi piace questo modo di fare. Nelle storie c'è memoria del tempo.
E leggere, poi, fa pensare.
Che sarà di questi bambini, se la lasciamo fare?
[...]>>





Le storie di Silva vennero tutte tagliuzzate, ma ci pensarono i bambini a “sistemare” perché proprio non volevano perdere il filo di quelle storie...


Questo albo mi riporta alla mente Bebelplatz, una piazza di Berlino dove il 10 maggio del 1933, i nazisti bruciarono migliaia di libri che si pensava potessero ledere lo spirito e il “pensiero” tedesco.
Questa piazza, però, “nasconde” nel sottosuolo degli scaffali vuoti (non a caso dipinti di bianco) che ricordano una biblioteca vuota. Quest'opera, realizzata dall'artista Micha Ullmann, si può vedere grazie ad un vetro ad altezza della pavimentazione ed è stata pensata e realizzata per non dimenticare.






foto mie, scattate nel 2006


Si dice che un uomo (Georg Salzmann) sia riuscito in tanti anni di ricerche presso mercatini, negozi di antiquariato e privati a raccogliere 12.000 volumi.
Le stesse edizioni di quei libri che i nazisti bruciarono.
Questa "biblioteca dei libri bruciati" dovrebbe essere ora accessibile a tutti, nell'Università di Augusta in Baviera.

Per non perdere il filo di quelle storie...






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