lunedì 6 gennaio 2014

Tappari e le sue storie fotografiche

Quando penso a Massimiliano Tappari penso subito a quella sua capacità, probabilmente innata, di vedere quello che gli altri vedono solo superficialmente. Riuscire a dare un senso, ma anche più di uno, ad una caffettiera oppure ad una chiave non è cosa abituale.
Lui ci riesce!






E' questione di punti di vista e lui ne conosce molti, perchè capace di leggere le forme destrutturandole e allontanandole dal loro contesto. Legge le linee che formano un oggetto e da loro un significato nuovo. Così anche solo per un istante non si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un rubinetto, ma ad una faccia che meravigliata della nostra meraviglia ci ricorda che si può ancora e sempre esclamare: “OOH!”






 




In ordine di altezza:
Gli occhi degli alberi, C. Gagliardo/ fotografie di M. Tappari, Ponte Alle Grazie, 2010
Parole chiave, M. Tappari, Despina, 2003
Oooh! Inventario di fotografia, M. Tappari, Corraini, 2008
Coffee break, M. Tappari, Despina, 2006


Massimiliano Tappari potrebbe tranquillamente essere la guida turistica del luogo, da noi, più conosciuto... e riuscire a farcelo vedere come fosse la prima volta.

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